Quante voci! Siete già qui! Buongiorno bambini! Sono molto felice di vedervi! Sapevo che sareste arrivati perché i miei amici che lavorano qui nel museo mi avevano già avvisata con un messaggio sul telefonino. Anche noi usiamo i telefonini! Io mi chiamo Gregorio IX, poi vi spiegherò perché ho questo nome così strano. Vorrei farvi una domanda: “Volete indovinare chi sono?”
Sono un gabbiano! Lo so che non è vero; in realtà sono un delfino! Anche questa è una sciocchezza! Sono una mucca! Vi do un piccolo aiuto: ho un corpo delicato e lo proteggo con una corazza, come un antico guerriero. Ditemi voi che animale sono? Bravissimi! Sono proprio una tartaruga che vive sulla terra, su questa terra, in questo piccolo paesino che si chiama Anagni e noi visiteremo insieme la cattedrale, il museo e tanti altri luoghi e stanze di questo meraviglioso monumento.
Cominciamo proprio dalla parola:” CATTEDRALE”. È molto strana, ci ricorda la cattedra della maestra, cioè la scrivania grande e grossa che sembra quasi il trono degli insegnanti. Dovete sapere che la cattedrale è proprio la chiesa più importante, dove c’è il trono, cioè la cattedra, del vescovo.
Quando comincia la storia di questo monumento? Comincia tanti, ma tanti anni fa: né io, né voi eravamo nati, neanche i vostri genitori e i vostri nonni! Pensate, questa cattedrale fu costruita nel 1072 con la collaborazione di tante persone, sia semplici operai che importanti magister, cioè gli esperti: artigiani, ingegneri, pittori, artisti marmorari, falegnami e tanti altri.
Per cercare di capire quanto è lontano nel tempo l’anno 1072 dovremmo usare il mio TEMPOMETRO, che non è un termometro per misurare la febbre, ma serve a misurare il tempo. Tutti ne abbiamo uno: scegliamo un punto da cui partire, facciamo un primo passo all’indietro, ogni passo corrisponde ad un secolo, cioè 100 anni; quindi, per tornare al 1072 dobbiamo fare nove passi e mezzo. Possiamo anche fingere di averli fatti e di trovarci proprio mentre cominciano i lavori della cattedrale. Fu il vescovo Pietro da Salerno che volle una cattedrale grandiosa, ma per realizzare questo suo sogno, occorrevano molti soldini, anzi soldoni e il vescovo non sapeva proprio come recuperarli. Poi accadde un vero e proprio miracolo! Il vescovo fece un lungo viaggio ed incontrò l’imperatore bizantino Michele VII che era molto malato; Pietro con erbe, pozioni e preghiere rivolte a san Magno, riuscì a guarirlo. Come compenso l’Imperatore finanziò la costruzione della cattedrale. C’era una persona, il magister che controllava i lavori, che tutti i giorni dava ordini, rimproverava, faceva rifare qualche muro perché non era proprio diritto, ecc.
Questo signore una mattina, mentre organizzava il lavoro, si accorse che c’era in una buca una piccola tartaruga con un fiore in bocca. Era così carina che decise di tenerla con sé per tutto il tempo dei lavori. Addirittura, le costruì una casetta piccolina che divenne la sua tana. La tartaruga si chiamava Pietrina, in onore del vescovo Pietro da Salerno ed era la mia bis bis bis bis bis bis bis bis bisnonna!
Noi ci vedremo più tardi, per ora vi lascio alla mia amica che vi accompagnerà durante la visita del museo e di tanti altri luoghi un po’ misteriosi.