Benvenuti nella famosa Cripta di San Magno, da sempre luogo di fede e di arte, meta di tanti pellegrini e devoti in cerca di carità e speranza, ma anche di una finestra aperta sul Medioevo, quando luce e colore erano il tramite per carpire le bellezze ultraterrene.
Costruita dal vescovo Pietro da Salerno contemporaneamente alla Cattedrale tra il 1072 e il 1104, essa doveva fungere da scrigno per la conservazione di tutto quello che una cattedrale ha di più sacro: le reliquie dei santi, che vennero poste nei cinque altari. Procedendo in ordine dall’ingresso verso l’uscita abbiamo, infatti, l’altare di santa Oliva, quello di santa Secondina e delle sante Aurelia e Noemisia, l’altare maggiore dedicato a san Magno, l’altare dedicato ai santi martiri e l’ultimo, in fondo, è quello che accoglie le spoglie dello stesso Pietro da Salerno.
L’ambiente presenta tre navate trasversali rispetto a quelle della chiesa superiore e tre absidi. Le dodici colonne individuano ventuno volte che, con le rispettive pareti, sono decorate da un ciclo pittorico straordinariamente prezioso e di eccezionale bellezza che racconta la storia della Salvezza dell’uomo, dalla sua creazione fino alla fine dei tempi. Gli affreschi sono attribuiti a tre botteghe di artisti anonimi conosciuti come Primo Maestro di Anagni o Maestro delle Traslazioni, Secondo Maestro di Anagni o Maestro Ornatista e Terzo Maestro di Anagni.
L’intero ciclo si dispiega per un’estensione totale di 540 mq ed è stato realizzato entro il 1231, anno in cui Cosma di Jacopo di Lorenzo completa il pavimento di questo ambiente e firma la lapide, oggi murata sulla parete di fronte l’altare maggiore, al di sotto del Cristo Pantocratore tra santi.