La tradizione vuole che la Cappella del Salvatore sia stata realizzata per volere dello stesso vescovo Pietro da Salerno al termine dei lavori di costruzione della Cattedrale e da lui consacrata al Salvatore e a san Benedetto. Essa servì sin da subito per le celebrazioni private del vescovo di Anagni e in un primo momento era connessa con la chiesa attraverso una scala che ne permetteva l’accesso direttamente dal presbiterio, come è evidente dalla tamponatura del muro meridionale, proprio di fronte l’attuale ingresso.
Probabilmente in occasione dei lavori commissionati dai vescovi Alberto e Pandolfo nel XIII secolo, la Cappella del Salvatore subì delle modifiche che comprendono la sopraelevazione del pavimento, la tamponatura della porta di collegamento con il presbiterio della Cattedrale, la realizzazione della copertura con volte a crociera e l’inserimento dell’arco ogivale centrale. Esso poggia su due semipilastri e altrettante semicolonne con capitelli decorati a crochet, un particolare motivo a uncino, di sapore cistercense. Sulle volte si intravedono ancora i resti di un cielo stellato e motivi circolari che accolgono ventagli policromi.
Nell’absidiola pensile è raffigurato Cristo in trono affiancato dai santi Magno e Secondina.
L’altare risale all’epoca del vescovo Pietro da Salerno ed è stato realizzato con marmi di recupero, forse provenienti dal complesso abbaziale di Villamagna.
Nella sala sono conservati alcuni oggetti lignei e icone-reliquiario di particolare pregio storico-artistico:
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la cattedra episcopale è databile al secolo XIII ed è stata attribuita a maestranze meridionali influenzate dall’arte musulmana. Ha perduto il dossale e in buona parte è stata rimaneggiata nel corso dei secoli, ma gli elementi intagliati sono tutte originali.
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la statua di sant’Antonio Abate è datata al XV secolo ed è stata ricavata da un unico tronco di legno cavo. Proviene dalla sconsacrata chiesa di Sant’Antonio abate in Anagni, l’attuale Auditorium di via Vittorio Emanuele II.
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il crocifisso ligneo, databile agli ultimi anni del XV secolo, presenta una straordinaria attenzione al realismo anatomico, come si può notare dai dettagli della pelle e dalle vene. La presenza di un meccanismo nella testa del Cristo permetteva la fuoriuscita della lingua, enfatizzando ulteriormente l’aspetto patetico dell’opera.
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l’icona della Vergine e di Rainaldo presbitero è stata realizzata nel 1325 da Lello de Urbe, importante pittore cavalliniano attivo tra Roma e Napoli. Si tratta di una preziosa icona reliquiario che conserva al suo interno, in corrispondenza del medaglione della Vergine, le reliquie di san Tommaso d’Aquino, san Thomas Becket e san Pietro da Salerno. Fu donata alla Cattedrale dallo stesso Rainaldo, canonico e rappresentato ai piedi della Vergine.
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L’icona della Madonna con Bambino del 1316, in precario stato di conservazione a causa di improvvidi restauri degli anni Settanta del secolo scorso, è anch’essa un reliquario di frammenti della Vera Croce. Anch’essa fu dono di un canonico della Cattedrale, di poco precedente a Rainaldo.
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Il Trittico del Salvatore, proveniente dalla chiesa di Sant’Andrea in Anagni, presenta al centro la figura di Cristo Giudice tra la Vergine a sinistra e sant’Andrea apostolo a destra con il presbitero Gregorio di Francesco. Il trittico è dipinto anche sul retro, con le figure di san Magno e santa Secondina ai lati di una grande croce centrale. L’iscrizione ricorda la presenza all’interno dell’opera delle reliquie della Croce, delle vesti di Cristo e di alcuni santi. L’opera dal 2017 è in deposito presso la Cattedrale per motivi di sicurezza e per migliorarne la fruizione, e siamo fieri che la Cattedrale in questi ultimi anni stia svolgendo anche questa preziosa funzione di rifugio per le opere d’arte a rischio dell’intero territorio diocesano.
Ora potete tornare indietro e, attraverso la scala che troverete di fronte la fontana appena fuori la porta del Tesoro Antico, raggiungere la chiesa. Un percorso cordonato vi accompagnerà nella visita dei prossimi ambienti. Vi ricordiamo che state entrando in un luogo consacrato e pertanto vi chiediamo di rispettare il dovuto silenzio.